Due sono i fenomeni rilevanti per l’economia del Paese: l’ascesa del cicloturismo e il reshoring, ossia il rientro delle attività produttive. I dati che presenteremo in questo articolo emergono dalla ricerca “Ecosistema della Bicicletta” realizzata da Banca Ifis.
Analisi del settore
L’Italia è il primo produttore europeo di biciclette. Negli ultimi anni è stato incentivato l’uso dei mezzi di mobilità attiva, in particolare nei grandi centri urbani. Oggi, l’elevato costo dell’energia e l’attenzione verso la sostenibilità potrebbero incentivare l’uso delle biciclette. Ma a causa del conflitto Russia-Ucraina e il difficile reperimento delle materie prime, si potrà verificare una indisponibilità del prodotto finito e un aumento del costo finale. Nonostante questi rischi, le prospettive per il futuro rimangono positive. Si stima infatti un aumento del fatturato del 7% ogni anno.
Il cicloturismo
Il cicloturismo produce benessere agendo su salute, territorio ed economia. L’Italia è un paese ricco di percorsi: ciclopedonali, ciclabili, strade o ciclostrade ad uso esclusivo o promiscuo della bicicletta. Ma non può esserci cicloturismo senza servizi, che sono sempre più richiesti.
Vediamo alcuni dati:
- 900 percorsi adatti alle due ruote per una lunghezza complessiva di 90.000 km.
- 949 operatori turistici con un’offerta cicloturistica.
- 550 alberghi con servizi dedicati alla bicicletta (noleggio, bike tour, corsi, custodia biciclette, ecc.).
Nonostante il settore abbia sofferto durante la pandemia, ha saputo reggere all’impatto delle restrizioni. Gli operatori turistici prevedono tra il 2022 e 2023 una crescita dei ricavi.
Il reshoring – rientro della produzione di biciclette e componentistica
Si stima che la fabbricazione di 2,8 biciclette all’anno rientrerà in Europa a causa di diversi fenomeni: crisi delle catene mondiali di fornitura; aumento della richiesta mondiale di biciclette; aumento dei costi di produzione in Asia; impatto economico e ambientale dei trasporti.
Nel contesto italiano è emerso che rientreranno le produzioni di eccellenza e si investirà nelle catene di fornitura. Questo porta il 19% dei produttori a prevedere una riduzione delle importazioni nel periodo 2024-2026.
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